Il libro: sicuramente il primo volume dell’autobiografia di Ruth Reichl, La parte più tenera, Ponte alle Grazie, 2002. È stato un fulmine a ciel sereno, una rivelazione, letto al momento giusto della mia vita, quando stavo decidendo che fare con il mio lavoro e se buttarmi nell’avventura del catering o meno. Leggere le esperienze della più influente e importante critica enogastronomia americana mi ha ispirata, aiutata a scegliere e capire.
Il film: The Cook, The Thief, His Wife and Her Lover, di Peter Greenaway, 1989. Una visione onirica, simbolica, suntuosa di un intreccio decadente. Il film è interamente codificato dai colori: ogni scena è studiata, pensata e perfetta. Il cibo, come sempre nei film di Greenaway, è protagonista in tutte le sue forme, e in questo film in particolare raggiunge la sua apoteosi. Una visione del mondo del cibo e dei ristoranti ben prima che tutto ciò diventasse di moda nella vecchia Europa, ben prima che gli chef diventassero delle star, ben prima che tutti si buttassero in televisione, lasciando incustodite le loro cucine… Un cuoco, non uno chef, un manovale, non un “artista”…
Phi